L'iperico (
Hypericum perforatum) fiorisce dal solstizio d’estate (ecco perché si chiama anche
erba di San Giovanni) a Settembre; i fiori profumano intensamente di limone e producono un frutto rossastro che contiene i semi, ed è cosparso da piccole ghiandole, che secernono un pigmento rosso scuro.
Il fatto che sbocci a ridosso del solstizio d'estate e di San Giovanni, tradizionalmente notte delle streghe, ha probabilmente contribuito a far nascere molte leggende su di esso. L'iperico veniva infatti coltivato o appeso fuori delle case per scacciare diavoli e malefici (da qui' la denominazione di “scaccia diavoli”). Era consigliato come amuleto da indossare la sera, per aiutare chiunque avesse avuto la sfortuna d’incontrare una strega. Nel Medioevo si riteneva che un decotto di fiori d'iperico, raccolti prima dell'alba, servisse a scacciare qualsiasi mania e a guarire dalla rabbia. Con l'avvento del Cristianesimo, la pianta fu dedicata a
San Giovanni Battista, ritenendo che l'olio di colore purpureo che l'iperico genera dai fiori e dalle foglie, fosse il sangue del Santo. Una leggenda racconta che le foglie dell'iperico abbiano dei piccoli fori, perché Satana, stizzito, avrebbe perforato la pianta, dato che un rigagnolo del sangue di San Giovanni Battista avrebbe sbarrato il passo alle legioni dei suoi adepti.
Nel Medioevo, nacquero leggende comuni un po' a tutta la zona europea: con l'iperico, colto la notte di San Giovanni, le ragazze da marito potevano divinare se avrebbero trovato il sospirato sposo nel corso dell'anno. Bastava cogliere un rametto d'iperico ed appenderlo nella propria camera da letto. Se il mattino seguente era fresco e vegeto, entro l'anno ci sarebbe stato il matrimonio. Inoltre, si racconta che, la vigilia della festa di mezza estate, nei villaggi si preparavano dei grandi falò (per questo era chiamata anche
notte dei fuochi); i contadini indossavano coroncine di Iperico, e danzando lanciavano rametti della pianta per propiziare un raccolto abbondante ed allontanare dal proprio bestiame malefici e malattie. Si dice anche che c'era l'usanza di mettere sui tetti delle case l'iperico, per proteggere le abitazioni dai fulmini. Sempre nel Medioevo, poi, l'iperico veniva appeso alle finestre e sulle porte per impedire ai demoni di entrare nelle case. E quando nemmeno le preghiere degli esorcisti erano riuscite a liberare una donna indemoniata, le si mettevano in seno alcune foglie di questa pianta e altre si sparpagliavano nella sua abitazione.
L'iperico era anche usato durante le crociate dai
Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme per curare le ferite. In effetti, è una delle piante più efficaci nella medicazione delle ferite sanguinanti, e tutti i vecchi libri di medicina raccomandavano il balsamo ricavato dalle foglie e dai fiori macerati nell' olio e anche il vulnerario ottenuto dentro il vino.
Un altro tipo di iperico, il
tetrapterum, è invece utilizzato nei paesi anglosassoni per evitare malattie e malocchio, ma deve essere trovato per caso e messo sotto l' ascella sinistra. Pare sia anche prezioso per cacciare i fantasmi dalle case inglesi. Una leggenda narra che in un palazzo londinese del XVII secolo un fastidioso fantasma agitava i tendaggi durante la notte. Dopo inutili tentativi di allontanarlo, il padrone di casa si rivolse esasperato non a un esorcista ma a un medico che era considerato anche un mago. Il saggio dottore pose sotto il cuscino del cliente un mazzetto dell'Hypericum tetrapterum, che ebbe la virtù di cacciare per sempre quell'inquietante presenza.