Olentzero o
Gomentzaro è, nel folklore basco, un popolare portatore di doni durante il periodo natalizio: è rappresentato come un carbonaio che, la notte della Vigilia di Natale, scende dalle montagne per annunciare la nascita di Gesù (chiamato nelle leggende basche Kixmi). La tradizione – che ha forse avuto origine nella zona intorno a Lesaka (Navarra) – è radicata nelle montagne della Navarra e della Guipúzcoa e si è diffusa relativamente di recente anche nel resto del territorio basco.
Alcune leggende fanno risalire la figura di
Olentzero dagli
jentilak, che nel folklore basco, sono dei giganti che abitano i Pirenei. Altre leggende raccontano di un neonato abbandonato nei boschi e poi ritrovato da una fata, che gli diede il nome Olentzero e poi lo fece adottare da un'anziana coppia senza figli che viveva nella foresta. Una volta cresciuto, Olentzero avrebbe continuato a vivere nei boschi, dove si sarebbe dedicato all’estrazione del carbone vegetale. Il carbonaio
Olentzero viene descritto come un uomo grasso, sporco di carbone, ubriacone e di buona forchetta, rappresentato con una pipa in bocca, un fucile in spalla e un bouquet di fiori in mano. Lo scrittore e compositore
José Gonzalo Zulaika , noto come
Aita Donostia (“Padre/Papà Donostia”, 1886 – 1956), lo descrisse come "
buruhandia, entendimendu gabea", vale a dire “
testone senza intelligenza”. Altre persone lo descrivono come una creatura mostruosa con 365 o 366 occhi (uno in più dei giorni dell’anno).
Sull’origine del nome
Olentzero, vi sono diverse teorie: la teoria più accettata lo fa derivare da
onentzero, che in lingua basca significa “
tempo dei buoni”. Questa parola viene attestata per la prima volta nel XVI secolo da
Lope de Isasi, che dice: "
A la noche de Navidad (llamamos) onenzaro, la sazón de los buenos", vale a dire “
Chiamiamo la Vigilia di Natale onenzaro, la ‘stagione dei buoni’”.
Altre teorie:
- Una teoria lo fa derivare da olen, una metatesi del francese noël (= “Natale”).
- Per lo studioso Julio Carlo Baroja deriverebbe dal basco oles-aro, ovvero “il periodo della questua”.
La tradizione più diffusa legata alla figura di
Olentzero è quella di portare in processione una sua effigie, processione accompagnata normalmente da canti natalizi e dal suono del txistu, il tipico strumento a fiato basco. La tradizione di
Olentzero ha ispirato una serie di canzoni natalizie sulla sua figura, chiamate (in lingua basca:
Olentzero kantak). Tra queste, ricordiamo:
Olentzero e Olentzero buru handia (“
Il testone di Olentzero”). Le prime due strofe del brano Olentzero recitano così:
| | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | Olentzero Olentzero joan zaigu mendira lanera, intentzioarekin ikatz egitera. Aditu duenean Jesus jaio dela lasterka etorri da berri ematera. Horra horra gure Olentzero pipa hortzetan dula eserita dago. Kapoiak ere ba'itu arraultzatxoekin bihar meriendatzeko botila ardoakin. [...]
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Olentzero è andato a lavorare in montagna con l’intenzione di fabbricare del carbone. Quando udì che era nato Gesù , venne di corsa per portare la notizia Ecco, ecco il nostro Olentzero, con la pipa tra i denti sta seduto. Egli ha anche dei capponi con delle uova per festeggiare domani con una bottiglia di vino [...] |
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