Regina del Sole, Regina della Luna
Regina dei corni, Regina dei fuochi
Portaci il Figlio della Promessa.
E' la Grande Madre che Lo crea
E' il Signore della Vita che è nato di nuovo!
L'oscurità e la tristezza vengono messe da parte
quando il Sole si leva di nuovo!
Sole dorato, delle colline e dei campi,
illumina la Terra, illumina i cieli,
illumina le acque, accendi i fuochi!!
Questo è il compleanno del Sole,
io che son morto, oggi son di nuovo vivo.
Il Sole bambino, il Re nato in inverno!
(canto tradizionale tratto da "La danza a spirale" di Starhawk)Nelle tradizioni germanica e Celtica precristiana,
Yule era la festa del
solstizio d'inverno. Nel paganesimo e nel neopaganesimo, soprattutto in quello germanico, rappresenta uno degli otto giorni solari, o
sabbat; viene celebrata intorno al 21 dicembre nell'emisfero settentrionale e intorno al 21 giugno in quello meridionale. L'etimologia della parola "
Yule" (Jól) non è chiara. È diffusa l'idea che derivi dal norreno
Hjól ("
ruota"), con riferimento al fatto che, nel solstizio d'inverno, la ruota dell'anno si trova al suo estremo inferiore e inizia a risalire. Yule è dunque il momento in cui le ore del giorno sono le più brevi dell'anno, e ovviamente, vi è la notte più lunga. II respiro della natura è sospeso, nell'attesa di una trasformazione, e il tempo stesso pare fermarsi. E' il momento dell'anno in cui gli spiriti della Terra (e dei boschi) sono spinti a riposare, per prepararsi al lavoro che ci sarà nel ridare alla Terra i nuovi boccioli di vita, con la Primavera. Come tutti i momenti di passaggio, Yule è un periodo carico di valenze simboliche e magiche, dominato da miti e simboli provenienti da un passato lontanissimo. Due temi in particolare si intrecciavano e si sovrapponevano. Uno era la morte del
Vecchio Sole e la nascita del
Sole Bambino, l'altra era il tema vegetale che narrava la morte dello
Holly King ("Re Agrifoglio"), che simboleggiava l'anno vecchio ed il sole al declino, per mano del suo successore,
Oak King ("Re Quercia"), che simboleggiava l'anno nuovo ed il sole che iniziava la sua ascesa. Yule, o
Farlas, è insieme festa di morte, trasformazione e rinascita. Il Re Oscuro, il Vecchio Sole, muore e si trasforma nel Sole Bambino che rinasce dall'utero della Dea: all'alba la Grande Madre Terra dá alla luce il Sole Dio. La Dea è la vita dentro la morte, perche' anche se ora è regina del gelo e dell'oscuritá, mette al mondo il Figlio della Promessa, il Sole suo amante, che la rifeconderá riportando calore e luce al suo regno.
Riti e celebrazioni.Come festa del sole, Yule è celebrato attraverso il fuoco e l'uso di un
ceppo. Un pezzo del ceppo è salvato e tenuto durante l'anno per proteggere la casa. Questa antica tradizione di matrice inglese era fatta con un ceppo di Quercia che era tagliato, decorato con aghi di pino e pigne e quindi bruciato nel caminetto per simbolizzare il sole che ritorna. I bimbi venivano portati di casa in casa a regalare mele speziate ai chiodi di garofano e arance pieni di chiodini infilati nella buccia, che tenevano in cesti di rami di pino insieme a dei gambi di grano ricoperti di farina. Le arance e le mele rappresentavano il sole, i rami l'immortalità e il grano simboleggiava il raccolto. Infine la farina era la consapevolezza del trionfo, della luce e della vita. Il vischio, il pungitopo e l'edera non solo erano decorazioni di esterni ma anche di interni. Un rametto di agrifoglio veniva tenuto tutto l'anno per assicurare fortuna alla casa e a chi vi risiedeva. Ricordiamo anche l'importanza della ghirlanda (costruita con vischio e rami di abete), perchè rappresenta la ruota che sempre gira e il cerchio senza fine che ogni volta si compie.
Yule e il Natale.Quando i missionari iniziarono la conversione dei popoli germanici, adattarono alla tradizione cristiana molti simboli e feste locali. La festa di Yule venne quindi trasformata nel Natale, mantenendo però alcune delle sue tradizioni originarie. Fra i simboli moderni del Natale che parrebbero derivare da Yule compare, fra l'altro, l'uso decorativo del vischio e dell'agrifoglio e l'albero di Natale.
Il Vischio.La pianta sacra del Solstizio d'Inverno era il vischio, pianta simbolo della vita in quanto le sue bacche bianche e traslucide somigliano allo sperma maschile. Inoltre le sue bacche si sviluppano in nove mesi proprio come il feto umano e si raggruppano in numero di tre, numero da sempre sacro in tantissime culture. Tra le varie tradizioni di prosperità legate al vischio, c’è quella di baciarsi sotto la pianta perché di buon auspicio. Le consuetudini sull'uso del vischio come elemento apportatore di buona sorte derivano in buona parte dalle antiche tradizioni dei Celti, i quali consideravano questa pianta come magica (perché, pur senza radici, riusciva a vivere su un'altra specie) e sacra. La raccolta del vischio avveniva in due momenti particolari dell'anno, a
Samhain, il primo Novembre, vero e proprio Capodanno celtico, e durante il
Midsummer's Eve, la famosa
festa di San Giovanni. Lo poteva raccogliere solo il sommo sacerdote, con l'aiuto di un falcetto d'oro. Gli altri sacerdoti, coperti da candide vesti, lo deponevano (dopo averlo recuperato al volo su una pezza di lino immacolato) in una catinella (pure d'oro) riempita d'acqua e lo mostravano al popolo per la venerazione di rito. E per guarire (per i Celti il vischio era "colui che guarisce tutto", il simbolo della vita che trionfa sul torpore invernale) distribuivano l'acqua che lo aveva bagnato ai malati o a chi, comunque, dalle malattie voleva essere preservato. I Celti consideravano il vischio una pianta donata dalle divinità e ritenevano che questo arboscello fosse nato dove era caduta la folgore, simbolo della discesa della divinità sulla terra.
Plinio il Vecchio riferisce che il vischio venerato dai Celti era quello che cresceva sulla quercia, considerato l'albero del dio dei cieli e della folgore, perché su di esso cadevano spesso i fulmini. Si credeva che la pianticella cadesse dal cielo insieme ai lampi. Questa congettura - scrive il
Frazer nel suo "
Ramo d'oro" - è confermata dal nome di "scopa del fulmine" che viene dato al vischio nel cantone svizzero di Argau.
L'albero Solstiziale e l'albero di Natale.La tradizione cristiana dell'albero di Natale ha le sue origini nella celebrazione pagana di Yule. I popoli germanici lo usavano nei loro riti pagani, per festeggiare il passaggio dall’autunno all’inverno. In seguito era usanza bruciarlo nella stufa, in un rito di "
magia simpatica" (secondo cui il simile attira il simile), in modo che con il fuoco si propiziasse il ritorno del sole. Fu scelto l’abete perché e' un albero sempreverde, che porta speranza nell’animo degli uomini visto che non muore mai, neppure nel periodo più freddo e difficile dell’anno. Era anche un simbolo fallico, di fertilità ed abbondanza associato alle divinità maschili di forza e vitalità. Per questo motivo le famiglie pagane portavano un albero in casa così che gli spiriti dei boschi avrebbero avuto un posto dove restar caldi nei mesi invernali. Campanelle erano appese ai rami così che si poteva riconoscere quando uno spirito era presente. Il cibo era appeso per farli mangiare e una stella a cinque punti, il pentagramma, simbolo dei 5 elementi, era messo a capo dell'albero. Addobbare l’albero di Natale con le luci, accendendolo di mille riflessi, ricorda il rituale del grande falò dell’abete, che spesso si prolungava fino all’attuale festa della Befana. La tradizione dell’albero prese piede in Italia nel 1800, quando la regina Margherita, moglie di Umberto I, ne fece allestire uno in un salone del Quirinale, dove la famiglia reale abitava. La novità piacque moltissimo e l’usanza si diffuse tra le famiglie italiane in breve tempo. Molte leggende cristiane sono poi nate nel tempo attorno all’albero di Natale, come quella americana che racconta di un bambino che si era perso in un bosco alla vigilia di Natale si addormentò sotto un abete. Per proteggerlo dal freddo, l’abete si piegò fino a racchiudere il bambino tra i suoi rami. La mattina i compaesani trovarono il bambino che dormiva tranquillo sotto l’abete, tutto ricoperto da cristalli che luccicavano alla luce del sole. In ricordo di quell’episodio, cominciarono a decorare l’albero di Natale.
Fonti: Wikipedia; Michela Brandino; Andrea Romanazzi.