Il dottor Pereira stava rincasando nel cuore di una buia notte senza luna. Dopo aver assistito il difficile parto di una giovane donna era fisicamente e mentalmente provato ed il suo unico desiderio era quello di raggiungere il conforto della calda atmosfera domestica. Ormai a pochi passi da casa, però, una misteriosa visione lo paralizzò dal terrore…. I suoi occhi gravidi di paura non poterono non posarsi su una macabra e spettrale processione. Innanzi a lui un corteo di una decina di tetre e inquietanti figure che, guidate da un pallido individuo che con immensa fatica reggeva una grossa croce di legno, si muovevano nel più assoluto silenzio, mentre un forte odore di cera profumatissima avvolgeva tutta l’area circostante. La demoniaca processione si fermò davanti alla casa di Manolo, il ferramenta del paese, ma a quel punto il panico si era già impossessato del dottor Pereira a tal punto da farlo fuggire a rotta di collo da quel posto e da quei fantasmi, come anima inseguita dal demonio in persona. Il quarto giorno dopo la visione della processione infernale, il dottor Pereira venne informato che Manolo era morto improvvisamente d’infarto…
Il dottor Pereira era stato testimone oculare della mitica «
Santa Compaña»!
Tipico caso del folklore e della cultura popolare
galiziana ancora presente tra i vecchi borghi della regione, la vicenda appena narrata è solo uno degli esempi di storie e racconti che hanno come protagonista la processione dei morti e, al giorno d’oggi, è praticamente impossibile trovare luogo, paese o villaggio di
Galizia nel quale non esista almeno una testimonianza di questa misteriosa apparizione.
Juan Pérez raccontò di essere in macchina col figlio, vicino alla spiaggia, quando la vide. Era formata da una mezza dozzina di individui e tutti vestivano tuniche bianche, molto simili a quelle dei monaci, e si muovevano in silenzio attraverso le rocce e gli scogli.
Bruno Alabau, altro testimone della insolita apparizione, assistette al fenomeno da molto più vicino: «Fu nel marzo del 1982, a
Gisamo (
La Coruña). Al tempo ero un boy-scout e mi incontravo con i miei compagni in un accampamento ogni fine settimana. Dopo cena, una notte, stavo camminando solo per il bosco quando vidi alcune luci. Pensai fossero alcuni dei miei compagni così mi nascosi dietro dei cespugli con l’idea di spaventarli, però a spaventarmi fui io! Non chiedetemi cosa ho visto… Erano sette persone disposte su due file da tre con uno di loro davanti a tutti, come se fosse la loro guida. Tutti vestivano allo stesso modo, una specie di tunica terminante in un cappuccio. Quello davanti portava una grande croce che sembrava fatta con due travi di legno. E quelli che immediatamente lo seguivano, uno in ogni fila, reggevano un grosso cero ognuno. Rimasi lì, come paralizzato, fino a quando passarono di fronte a me e si dileguarono tra gli alberi. Subito tornai correndo all’accampamento ma non raccontai nulla a nessuno. Mi avrebbero preso per pazzo…»
Secondo la tradizione popolare, la «Santa Compaña» sarebbe composta da un gruppo di defunti con a capo un vivo condannato a guidarli tutte le notti, destinato a capeggiare la peregrinazione funebre portando con sè una grossa croce lignea o un vaso di acqua benedetta, almeno fino all’incontro con un altro vivo al quale passare la propria malidizione. In caso contrario il maledetto avrebbe avuto in sorte di ammalarsi e impallidire gradatamente fino alla morte.
La leggenda sostiene inoltre che non tutti i mortali abbiano la facoltà di vedere con i propri occhi la «
Compaña»: solamente i bambini battezzati da un prete che, per errore, abbia usato un olio per i defunti potranno, a partire dall’adolescenza, vedere l’apparizione. Gli altri potranno solamente, purchè credano nella leggenda, intuirla o percepirla in virtù di una serie di indizi, come un improvviso odore di cera o lo spavento di alcuni animali, come cani, gatti e cavalli, animali che possono vedere i fantasmi grazie ad una speciale sensibilità della quale sono dotati. Il buon credente dovrà farsi guidare da questi sentori e prendere le dovute precauzioni. Un abitante dei dintorni di La Coruña, Fernando A. Hermida, raccontò che, mentre in una buia sera invernale andava col figlio a vedere una gara di motociclismo vicino a
Santa Cristina, improvvisamente sentì i cani di una casa vicina abbaiare furiosamente e un fortissimo odore di cera iniziare a diffondersi tutto intorno…
Tra i monti della Galizia si sono viste in numerose occasioni "processioni di anime", denominate dai locali "Santa Compaña", ma non si ha ancora avuto, fino ad oggi, alcuna forma di indagine approfondita. Secondo Javier Alonso Rebollo questo mito raccoglie le caratteristiche classiche dei popolari fantasmi nonostante sia intriso di folklore gallego: una delle maggiori influenze che il neolitico portò a questa regione fu quello della convinzione di una vita dopo la morte, e le diverse correnti culturali ed eretiche diffusesi in Galizia nel corso dei secoli, partendo da questa base, tramandarono la credenza che fosse possibile comunicare con i morti. Questo fatto da solo potrebbe spiegare alcune credenze spiritiste, ma non va sottovalutato che, in aggiunta a ciò, «La Santa Compaña» presenta anche un peculiare, e difficilmente spiegabile, aspetto precognitivo annunciando la morte del visitato e anche ancor più inspiegabili aspetti relativi allo sdoppiamento astrale, poichè il vivo che deve presiedere la peregrinazione non potrà nascondersi in nessun luogo o tentare di scappare. Secondo il mito, ogni notte, inevitabilmente, fino a quando non passerà la croce ad un altro vivo o morrà, si allontanerà dal corpo quando questo sarà addormentato e guiderà nuovamente la processione dei defunti.
Nel paese di
Budiño esiste uno dei casi più tipici dell’apparizione della Santa Compaña. Sofía R.Pérez è una casalinga, madre di quattro bambini, conosciuta e rispettata da tutti in paese. Nonostante il tempo trascorso dalla sua esperienza, Sofía la ricorda ancora perfettamente. «Avevo appena compiuto otto anni quando la vidi. Mia madre e io stavamo andando a trovare un’amica percorrendo una strada dietro la nostra casa, vicino al cimitero. Non era molto tardi, però, essendo inverno era già buio pesto. Improvvisamente sentii un rumore di passi molto forte, come causato dall’arrivo di molta gente. Chiesi a mia mamma se anche lei sentisse quel rumore e mi rispose di sì. Improvissamente si vide una processione passare lungo la strada. Erano molti, non saprei dire quanti, però tutti vestiti allo stesso modo. Indossavano tuniche nere che coprivano tutto il corpo e un cappuccio, anch’esso nero. Non capii molto bene cosa fosse ciò che stavo vedendo, ma mia madre sembrava terrorizzata e mi stringeva forte dicendomi di non fare rumore. E che sorpresa vedere alla fine del corteo una donna, una nostra vicina con in mano una specie di palo… Ci passò molto vicino, in silenzio. Quattro giorni dopo morì…»