Fotografando i fantasmi, un film meraviglioso
Un film, con attori del calibro di Ben Kingsley, che esemplifica in modo molto profondo la concezione celtica dell'Altro Mondo. Lo si trova nei circuiti del noleggio.
Il titolo originale, molto più adatto al soggetto, è Fotografando le fate.
Un film da vedere assolutamente per chi ama la musica e la cultura celtica.
Fotografando i fantasmi (Photographing fairies, G.B., 1997) - Regia: Nick Willing - Sceneggiatura: Nick Willing tratto dal romanzo di Steve Szilagyi - Cast: Toby Stephens, Emily Woof, Frances Barber, Phil Davis, Ben Kingsley - Distribuzione: Warner Bros. Italia - Durata: 102 min.
Questo bel film diretto dal regista esordiente Nick Willing è una grande fonte di meditazione e di ispirazione.
Ci si potrà chiedere, dopo averlo visto, se la vita non differisca poi molto dalla morte, e se quest’ultima non sia solo un semplice cambio di stato
Tutto inizia con una giovane coppia in viaggio di nozze in Svizzera, finire nel bel mezzo di una tormenta. […] il marito - un giovane fotografo inglese - dopo la prima guerra mondiale trascorsa al seguito dell’esercito inglese, apre uno studio fotografico a Londra.
Qui, la sua sete di trovare qualcosa oltre la morte, la sua incapacità di arrendersi alla perdita della moglie, lo spinge a frequentare la società teosofica di cui era membro anche l’inventore di Sherlock Holmes, Sir Arthur Conan Doyle. Una signora che lo nota durante un suo intervento compiuto per smascherare alcune foto false di fate, gli porta in visione altre foto in cui vengono ritratte le sue figlie con creature strane e minuscole.
Dapprima scettico, il fotografo, dopo aver fatto un ingrandimento di un metro per uno, ne deve riconoscere l’autenticità.
Decide allora di partiree alla volta del villaggio dove sono state scattate le fotografie, e qui viene a contatto con il mondo soprannaturale delle fate inglesi.
Ma la testarda incomprensione degli umani, ed in particolare la demoniaca malvagità di un prete, darà luogo a una lunga scia di morte.
Da notare che l’approccio del film al mondo dell’Aldilà è tutt’altro che soprannaturale. La vita e la morte sono due mondi contigui ed è facile, nell’armonia della natura, oltrepassare la soglia che li separa …
Le fate di cui si racconta in questa pellicola, sono esseri intermedi che - come direbbero i filosofi della Scolastica e come ripete Sir Arthur Conan Doyle al protagonista - compartecipando di due nature, diventano il veicolo tra l’uomo e l’ultraterreno. Ma gli uomini non riescono piú a vedere le fate che vanno a un’altra velocitá rispetto a quella vissuta dagli esseri umani.
Il Dio propagandato dal reverendo padre delle bambine che vedono le fate (un come al solito splendido Ben Kinglsley), non ammette incertezza e si oppone in mdo duro e malvagio al profondo e radicato naturalismo che le fate richiedono per essere viste e per fare beneficiare gli umani dei loro servigi.
Un film affascinante, simbolico, e dunque fornito di diverse chiavi di lettura che - grazie a uno sviluppo circolare tipicamente celtico - lascia il seducente dubbio nello spettatore di avere assistito alla realtà o solo a un sogno durato un tempo indefinito.
Ottimi i costumi, le musiche e la qualitá delle immagini (ma non potrebbe essere diversamente, dopo tutto è la storia di un fotografo!).
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