Antiche cronache alto-medievali raccontano la storia di
Melusina, una delle fate più famose ma anche più inquietanti, essere metà donna e metà serpente.
Ma chi era questa creatura? La vicenda di Melusina prende storicamente le mosse dalla regione inglese del Northumberland e dalla Caledonia scozzese, ed è raccontata in forma esaustiva da Sir
Algernon Tudor-Craig (
Melusin and the lukin family), citato da
Laurence Gardner.Il re dell’Albània (nord della Scozia)
Elinas, rimasto vedovo, per cercare di dimenticare l’amatissima moglie si dedica continuamente alla caccia.
Un giorno, mentre sta vagando nel bosco, si avvicina a una sorgente e ode provenire dalle acque una voce melodiosa che canta. E’ una fata,
Pressina, alla quale lui confida il suo dolore e di cui in seguito poi si innamora e la chiede in sposa. La fata accetta a patto che egli non assista mai alla nascita dei suoi figli.
Elinas accetta e il matrimonio viene celebrato.
Pressina dopo qualche tempo partorisce tre gemelle che chiama Melusina,
Palatina e
Mèlior. Il re non tiene fede al giuramento e si precipita per vedere le figlie, così la fata lo lascia e se ne va assieme alle piccole.
Una volta cresciute, le ragazze decidono di vendicare la madre per il tradimento subito, quindi tornano in Albània, rapiscono il padre e lo nascondono dentro una montagna. Pressina, però, che era ancora innamorata del marito, una volta saputo il castigo che queste hanno inflitto a Elinas, le scaccia e colpisce l’ideatrice con una maledizione.
Melusina è condannata a subire una trasformazione: la fanciulla ogni sabato diventa serpe dalla vita in giù e solo se un cavaliera la sposerà e starà lontana da lei il sabato, la maledizione potrà finire.
Melusina vaga per il mondo alla ricerca dell’uomo che la potrà salvare e si ferma nei pressi della
Fontana delle Fate, nella foresta di Coulombièrs, nel Poitou, dove viene accettata e ospitata dalle
Buone Signore.
Un giorno nella foresta compare Raimondino, figlio del conte di Forest, che insegue un cinghiale che ha ferito durante una battuta di caccia assieme allo zio, Emmerico, conte di Poitiers, suo benefattore.
Tentando di trafiggere l’animale, accidentalmente Raimondino uccide lo zio. Disperato il giovane erra nella foresta e lì incontra Melusina. Le racconta cosa è successo e ritrova lentamente la ragione. Il giovane si innamora della fata e la chiede in moglie impegnandosi a rispettare il divieto del sabato.
Melusina e Raimondino si amano, vivono nel lusso e nell’agiatezza e hanno alcuni figli. Melusina fa costruire molte torri e castelli, addirittura chiese, rendendo Raimondino uno degli uomini più ricchi del mondo.
Ma il fratello di
Raimondino, geloso del suo benessere, decide di andare a trovarlo per conoscere la moglie che gli ha fatto ottenere tanta ricchezza.
Arriva un sabato e chiede di vedere la donna che però si nega. Indispettito da questa mancanza di cortesia, pretende una spiegazione dal fratello che gli rivelà così il patto che ha stretto con Melusina di non avvicinarla mai il sabato.
Il fratello allora sostiene che probabilmente Melusina dedica l’intera giornata del sabato al suo amante.
Impazzito di gelosia, Raimondino si reca di corsa nelle stanze di Melusina e la spia attraverso una fessura. Con suo grande stupore vede la moglie fare il bagno in una vasca di marmo e scopre che dalla vita in giù è un serpente. Vistasi scoperta, Melusina si tramuta, la pelle le si ricopre di squame, le spuntano le ali e lei si alza in volo e scompare per sempre…
(Bulteau M., "Le figlie delle acque", ECIG, Genova, 1993)