Anche se oggi non esiste più alcuna traccia, il territorio lombardo compreso tra il sud di Bergamo e il nord di Cremona era una volta un’area acquitrinosa formata dai fiumi Adda, Oglio, Serio, Lambro e Silero chiamata
lago Gerundo. La sua esistenza è testimoniata da diversi documenti di origine romana, ma soprattutto dai racconti di un monaco, tale
Sabbio, che nel 1110 d.C. parlò di torri dotate di anelli per l’ormeggio delle barche e le cui rovine possiamo trovare tutt’oggi. Il fiume doveva essere l’habitat perfetto per molti tipi di animali, tra i quali, narrano le leggende, creature spaventose che gli abitanti dell’epoca chiamavano ‘
draghi'. Quella che oggi appare come una leggenda, nel Medioevo era considerata da molti realtà, tanto che alcuni centri abitati si dotarono di una cinta muraria appositamente per difendersi dai mostri lacustri. A dare credito a queste storie furono i ritrovamenti di alcuni reperti ossei, tuttora esposti in diverse chiese e considerati per lungo tempo resti appartenuti ai draghi. Dal soffitto dell’abside della chiesa di
Almeno S. Salvatore pende un’enorme costola animale di 260 cm che sarebbe appartenuta ad una creatura catturata vicino al fiume
Grembo. Conservato nel santuario
Natività della Beata Vergine di Sombrero esiste un altro reperto simile di 180 cm. Si dice che provenisse da un drago del Gerundo ucciso da un giovane eroe. Nella parrocchia di
Pizzighettone è custodita una costola lunga 1,70 cm. Gli abitanti di Lodi erano talmente abituati alla presenza del serpente acquatico al punto di assegnarli il nome di “Tarantasio” anticipando così gli abitanti di Iverness in Scozia con il mostro di
Loch Ness. Fu in particolare Il monaco Sabbio a scrivere la storia di di questo mostro che si nutriva di bambini e uomini. Si trattava di un enorme serpente acquatico che terrorizzava gli abitanti nella zona dell’attuale Lodi. La descrizione del mostro è quella di una creatura serpentiforme, la testa enorme con grandi corna e coda e zampe palmate, sputava fuoco dalla bocca e fumo dal naso..proprio come un drago.
Di seguito una rappresentazione del
drago Tarantasio:
Chi fu ad ucciderlo è incerto, alcuni dissero
San Cristoforo, altri
Federico Barbarossa, stà comunque di fatto che in seguito alla morte del mostro le acque del lago Gerundo si ritirarono.
Ma tutto ciò sembra oggi spiegabile: le lunghe ossa appartenevano probabilmente a dei dinosauri, gli avvistamenti di mostri marini erano legati probabilmente a grossi pesci, quali gli storioni, mentre il prosciugamento del lago Gerundo fu dovuto all’intensificazione delle opere di bonifica sul territorio paludoso.