Gil-galad Druido
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| Titolo: La dea Ate nella mitologia greca Dom Lug 24, 2011 5:48 pm | |
| Ate (dal greco antico Ἄτη, « rovina, inganno, dissennatezza») è una figura della mitologia greca. Essa frequentemente induce al peccato di ὕβρις (hýbris), la tracotanza, che nasce dalla mancanza di senso della misura. Nell' Iliade, Omero dice che Ate è la figlia maggiore di Zeus, senza menzionare alcuna madre. Istigata da Era, Ate utilizzò la sua influenza su Zeus per fargli stabilire che i troni di Tirinto e di Micene sarebbero stati destinati al primo nato della stirpe di Perseo. Era, immediatamente, ritardò la nascita di Eracle e fece nascere prematuramente Euristeo. A seguito di ciò Eracle fu sottomesso a Euristeo, che ne sfruttò le potenzialità per fargli compiere le famose "dodici fatiche". Quando Zeus scoprì l'accaduto gettò Ate sulla terra vietandone il ritorno all'Olimpo. Secondo quanto scrive Apollodoro, quando Ate fu gettata da Zeus sulla terra, atterrò su una collina in Frigia, in una località che assunse il nome della dea. Da allora Ate vagò per il mondo camminando sul capo dei mortali, inducendoli in errore e provocando il caos tra gli uomini. Il mito racconta che Zeus, per cercare di mitigare il danno che Ate arrecava, generò le Preghiere (le Litai). Esse, vecchie e rugose, seguivano la terribile dea, senza riuscire mai a raggiungerla, e si prendevano cura di coloro cui Ate aveva nuociuto nel suo cammino. Quando qualcuno si rivelava sordo alle Preghiere, queste si rivolgevano al padre Zeus affinchè facesse perseguitare da Ate chi le aveva respinte. Ate ed Eris sono talora confuse. Secondo alcuni non fu Eris, ma Ate, infuriata per non essere stata invitata alle nozze di Peleo e Teti, a lasciare scivolare durante il banchetto una mela d'oro recante la scritta "alla più bella". La mela della discordia generò una disputa fra Era, Atena e Afrodite, poi risolta in favore di quest'ultima con il giudizio di Paride. Secondo Nonno di Panopoli , Ate fu indotta da Era a convincere il giovane Ampelo, amato da Dioniso, a cavalcare un toro per impressionare il dio; Ampelo fu disarcionato e si ruppe il collo e fu, poi, trasformato in una vite. Nelle opere di scrittori classici Ate appare in una luce diversa: il male e gli atti a venire sono solo le punizioni inflitte ai malvagi ed alla loro discendenza. In tal modo la sua personalità è quasi la stessa di Nemesi e Erinias. Fonti: Tanogabo - Wikipedia. | |
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