Nel XIII sec. i TEMPLARI, assieme con i CISTERCENSI, divennero un potente e ricco ordine monastico. Molti sovrani, soprattutto Filippo il Bello, erano fortemente indebitati con i TEMPLARI, e proprio l'immensa ricchezza fu all'origine della loro disgrazia. Alla fine del XIII sec. gli infedeli riconquistarono la TERRA SANTA, costringendo i TEMPLARI a rifugiarsi nella loro roccaforte di Cipro. Il fallimento delle CROCIATE fece perdere il principale motivo di esistenza dei TEMPLARI, ovvero la difesa di GERUSALEMME. D'altro canto il loro strapotere economico attirava ormai le bramosie di molti regnanti, in primis dello stesso re di Francia Filippo il Bello che riuscì ad imbastire una serie di accuse di ERESIA nei confronti dei TEMPLARI, che furono arrestati e processati. L'operazione di arresto avvenne con grande dispiegamento di forze all'alba di venerdì 13 ottobre 1307 ad opera degli zelanti funzionari del re di Francia.
Molti TEMPLARI non resistettero alle torture e finirono per confessare le eresie loro contestate. Molti finirono al rogo perché in seguito ritrattarono le confessioni, altri riuscirono a scappare. In alcuni paesi la persecuzione fu più blanda, in altri non vennero neppure processati. La flotta TEMPLARE ancorata al porto Francese de La Rochelle non fu mai trovata, forse riparò in Portogallo oppure in Scozia, altri ritengono che sia salpata verso le coste Americane, percorrendo rotte già note ai TEMPLARI. Al termine dei processi molti TEMPLARI furono arsi al rogo, i loro beni passarono ad altri ordini monastici Crociferi, soprattutto ai Cavalieri di San Giovanni. Il 14 Marzo del 1314 Jaques de Molay, ultimo GRAN MAESTRO dei TEMPLARI, con altri trentasette confratelli, venne condotto in un'isola della Senna presso Notre Dame, e arso vivo sul rogo.
Nel 1165 i monaci CAMALDOLESI della diocesi Eugubina di Santa Croce di Fonte Avellana cedettero alcuni dei loro possedimenti ai TEMPLARI (chiesa di S. Croce dei TEMPLARI ad ASCOLI PICENO,…). Nello stesso anno San Martino di SALTARA, appartenuto sempre ai CAMALDOLESI di Fonte Avellana, passò ai monaci che vivevano nella cattedrale di Fano. Dopo la soppressione dei TEMPLARI, il piccolo monastero di San Martino di SALTARA sembrò cadere in abbandono.
Filippo Negusanti, CROCIFERO OSPITALIERO, Vescovo di Sarsina, ottenne in enfiteusi direttamente dal Papa la proprietà di San Martino di Saltara, e tale diritto è forse determinato dalla sua appartenenza ai CROCIFERI, divenuti dopo il 1314 eredi dei beni dei TEMPLARI.