Nessuno sa se Robin Hood sia realmente esistito. Probabilmente visse, sotto il regno d’Edoardo II o quello di Riccardo Cuor di Leone, un fuorilegge per motivi legati alla caccia di frodo, uomo d’animo nobile e generoso che si nascondeva nella foresta di Sherwood a nord della città di Nottingham.
Il suo nemico giurato era il corrotto sceriffo di Nottingham ma egli era amato dalla gente perché proteggeva le donne dalle molestie, era cortese e ciò che riusciva a rubare lo distribuiva ai più poveri. Usava l’arco lungo ed era considerato il più abile arciere d’Inghilterra, vestiva sempre di verde ed aveva costituito una banda, la famosa “Merrie men”. Con lui vivevano Little John, alto più di due metri, il grasso frate Tuck e Maid Marriam, la sua compagna.
La figura di questo personaggio si materializza nei tradizionali racconti dei cantastorie tardo – medioevali, durante i secoli successivi.
Le sue gesta erano narrate durante la festa del primo Maggio, il May fairs, in tutti i villaggi inglesi e si raccontava anche della sua strana morte avvenuta per avvelenamento da parte di una suora.
Robin Hood è in ogni modo menzionato nel poema “Piers Plowman” scritto da Langland nel 1377 e nel 1489 compare, in una raccolta di ballate popolari scritte da Wymkym the Worde, un racconto intitolato “A lytell geste of Robin Hode. Un personaggio simile a lui appare in The Canterbury Tales scritte da Chaucer nel 1387. Una leggenda postmedioevale riteneva invece che Robin Hood fosse un nobiluomo inglese esiliato dal nome di Robert Fitzooth.
Più tardi è citato da due scrittori, Dryton e Percy e nel celebre romanzo di W. Scott intitolato “Ivanhoe” è chiamato Lord Locksley (1819).
Possiamo oggi ritenere che Robin Hood abbia incarnato le rivendicazioni e le aspirazioni di libertà e giustizia del popolo medioevale che viveva in estrema povertà e che subiva ogni sorta di violenza da parte dei ceti sociali più elevati.
Attraverso il racconto delle sue imprese leggendarie si è materializzata, nei secoli successivi, la contestazione dell’esclusività della Caccia riservata ai proprietari terrieri e la rivendicazione del diritto di caccia finalizzato al reperimento di cibo non dimenticando che, proprio in quegli anni, vi fu in tutta l’Europa un’esplosione demografica con conseguente penuria di derrate alimentari e spostamenti di masse dalle città verso la campagna.