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Titolo: La leggenda del friscaletto Lun Ago 08, 2011 9:21 pm
Liggenna d''u "Friscalettu" (La leggenda del friscaletto)
Secondo una leggenda siciliana, la figlia di un Re fu gettata nel fiume, presso un canneto, da suo fratello, per invidia, e vi morì annegata.
Dopo tempo, passa di là un pastorello e taglia una canna dal canneto per farsene un flauto ( friscalettu ) .Costruito lo strumento, lo porta alle labbra e ne esce un canto.
Lo spirito della fanciulla vagante nel luogo si effonde dalla tenue canna, e rivela il misfatto. Il ragazzo stupito, corre al palazzo del Re, dove racconta il prodigio.
Il Re, dubitando, vuol provare anch'egli lo strumento, e allora lo spirito che vì è dentro si rivolge a lui: "o padre mio che mi tieni fra le labbra, io fui gettata nelle acque serene per portare a te una penna di cuculo...mio fratello Peppe il traditore fù!"
Così si rinnova in Sicilia il mito di Siringa.
Liggenna d''u "Friscalettu" (Canto):
Picurareddu ch'mmucca mi teni jeu sugnu figghia di Re Cavaleri e pi pigghiari na pinna di cù me frati Peppi tradituri fù
Maestà, maestà granni prudigiu mi capitò Maestà, Maestà pruvati vui, vostra figghia turnò
A tia Patri ca' mmucca mi teni jeu fu'ghittata 'nta l'acqui sereni pi a tia purtari 'na pinna di cù me frati Peppi lu tradituri fù
TRADUZIONE LETTERALE:
Pecorarello che in bocca mi tieni io sono figlia di Re Cavaliere e per prendere una penna di cuculo mio fratello Peppe traditore fù
Maestà, Maestà un grande prodigio mi capitò Maestà, Maestà provate voi, vostra figlia tornò
A te padre che in bocca mi tieni io fui gettata nelle acque serene per a te portare una penna di cuculo mio fratello Peppe il traditore fù
FONTE: Gruppo Folk Aulos
AleTheElf L' Oste
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Titolo: Re: La leggenda del friscaletto Mar Ago 09, 2011 10:38 am
Per chi non conosce lo strumento musicale del Friscaletto, ecco una breve guida...
Il friscaletto (o friscalettu in siciliano) è uno zufolo di canna tipico della tradizione folkloristica della Sicilia. È considerato, insieme al marranzano, al tamburello e alla quartara, uno degli strumenti simbolo della musica popolare dell'isola.
È chiamato in maniera simile in tutta la Sicilia, eccezion fatta per il paese di San Fratello, in provincia di Messina. Qui la parlata locale risente ancora delle radici gallo-sicule e il friscaletto prende il nome di vescot.
Un elemento fondamentale della sua struttura è il tappo (realizzato in legno di oleandro, ulivo o fico). Ha sette buchi nella parte anteriore e, pur essendo un flauto artigianale molto semplice, presenta due buchi posteriori (a differenza, ad esempio, dei flauti irlandesi).
Il friscaletto è uno strumento che non permette variazioni volumiche di piano e forte, poiché una maggiore intensità nell'emissione del fiato ne causa inevitabilmente la stonatura della melodia. Ciascun friscaletto ha quindi la propria personalità, il proprio timbro e le proprie sfumature.
Fa parte della famiglia degli aerofoni, essendo affine al flauto dolce. Esistono, come per gli altri flauti, friscaletti realizzati con diverse accordature. I più comuni sono accordati in do, in sol e in la.
I più celebri friscalettari, spesso veri virtuosi dello strumento, sono (in ordine alfabetico) Rosario Altadonna, Carmelo Bruno, Raimondo Catania, Pietro Cernuto, Franco Faro, Salvo Ferlito, Alfio Leocata, Sebastiano Nanè, Antonio Putzu, Carmelo Salemi, Pippo Sgroi, Carlo Todaro, Emanuele Trigilia.