IL NOMEL'Aquila è una costellazione antica e come tale ha una sua storia mitologica molto forte.
L'aquila è un animale molto utilizzato nella mitologia, ed infatti è quello che riforniva Giove di saette ed anche quello che ebbe il merito di portare in cielo Ganimede perché facesse da coppiere agli dei, al fine di rimpiazzare Ebe, la precedente coppiera che si fece male cadendo durante una cerimonia solenne.
OSSERVAZIONEL'Aquila è una costellazione prettamente estiva, che passa in meridiano alla metà di luglio ad una altezza che non supera mai i 40° dal momento che si tratta di una costellazione equatoriale. E' estesa 652 gradi quadrati e conta circa 70 stelline di magnitudine superiore alla sesta.
Si trova facilmente, pensando che una della sue stelle, Altair, fa parte del triangolo estivo. Si trova vicino la costellazione del Cigno e sotto la Freccia, nei pressi della Via Lattea.
La sua immagine ricorda vagamente quella di un uccello in volo. Un tempo una parte della costellazione apparteneva ad un'altra costellazione che poi è stata cancellata, l'Antinoo. Era una costellazione dedicata dall'imperatore romano Adriano ad Antinoo, un ragazzo da egli amato. La testa del ragazzo in cielo era rappresentata proprio da eta e theta Aquilae, mentre il corpo arrivava alla stella lambda e 'sforava' nella costellazione dello Scudo.
I CORPI CELESTILa stella principale è tra le più brillanti dell'intero cielo: è Altair e rappresenta uno dei vertici del Triangolo Estivo insieme a Vega e Deneb, di Lira e Cigno rispettivamente.
Nei suoi pressi, ci sono altre due stelle brillanti: sono Alshain, la stella beta, e Tarazed, la stella gamma. Trovare Altair è quindi molto facile: basta cercare una stella brillante preceduta e seguita ad egual distanza da due stelle meno brillanti.
Eta Aquilae è invece una stella di tipo Cefeide.
Tra i corpi non stellari, nonostante la vicinanza alla Via Lattea non si segnalano corpi particolarmente brillanti ed importanti sebbene la zona sia molto ricca e meritevole di essere osservata con un bel binocolo.
C'è un elevato numero di ammassi aperti, tra i quali spicca NGC 6709.
Nel 1918 la costellazione ha ospitato una nova, che per un periodo di tempo era inferiore soltanto a Sirio in quanto a luminosità. La nova esplose nei pressi della stella theta Aquilae e raggiunse magnitudine -1,1. Scoperta l'8 giugno del 1918, raggiunse il picco il giorno dopo per poi declinare fino a sparire nel mese di marzo 1919. Espulse strati di materiale che per un certo tempo diedero alla stella la parvenza di una nebulosa planetaria. Attualmente non resta nulla da vedere di una stella che per un periodo di tempo brillò come 450 mila Soli.
Una curiosità: la stella rho Aquilae nel 1992 ha cambiato costellazione, passando dall'Aquila al Delfino grazie al suo moto proprio di 0,06 arcosecondi all'anno (non molto a dire il vero) ma soprattutto dovutamente al fatto che questa stella era proprio al confine tra le due costellazioni.
La costellazione dell'Aquila ha accolto al suo interno molte stelle di tipo Nova. Tra le più famose, la Nova Aquilae 1918, datata appunto 8 giugno 1918, che raggiunse la prima notte la magnitudine 1, rivaleggiando quindi con Altair. Scoperta dall'astronomo Barnard e dal dilettante Leslie C. Peltier, nei giorni seguenti la stella raggiunse magnitudine -1 diventando l'astro più brillante del cielo boreale, con una brillantezza pari a quella di mezzo milione di Soli. Attualmente la sua magnitudine è 12. L'esplosione, data la distanza di 1200 anni luce, risale ai tempi di Carlo Magno.