Nel nel XVI secolo, durante il regno di
Rodolfo II,
Praga era una città ammantata da un fascino misterioso e magico, dimora eletta di personaggi dediti allo studio ed alla conoscenza esoterica. Ma era anche città dalle fortissime tensioni sociali e razziali, dove soprattutto la comunità ebraica, molto spesso associata al mondo dell'occulto e della cospirazione al potere costituito, era costantemente messa all'indice e relegata ai margini della società. E' in questo ambiente così particolare che trova terreno fertile per crescere e prosperare la leggenda del
GOLEM. Il termine deriva probabilmente dalla parola ebraica
gelem che significa "
materia grezza", o "
embrione", termine presente nella Bibbia (
Antico Testamento, Salmo 139,16) per indicare la "massa ancora priva di forma", che gli Ebrei accomunano ad Adamo prima che gli fosse infusa l'anima.
Secondo la leggenda, il rabbino
Judah Low Bezaleel, capo spirituale della comunità ebraica a Praga, preoccupato dal peggiorare degli eventi e dalle continue aggressioni subite dagli Ebrei, decise di ricorrere al suo Dio e ai misteri della
Cabala per salvare il suo popolo. Low si impegnò a lungo in una febbrile ricerca, terminata con il ritrovamento di un'antica e misteriosa formula cabalistica. Una sorta di rituale magico in grado di donare la vita alla materia inerte, capace di generare un essere mostruoso e terrificante da un semplice impasto di acqua e argilla e asservirlo in tutto e per tutto alla volontà del suo creatore. Una, però, era la condizione irrinunciabile che avrebbe donato la vita alla creatura: inserire nel suo petto o nella fronte una pergamena con la trascrizione di uno dei tanti misteriosi nomi di Dio che solo i maestri del nome, custodi gelosi dei segreti della Cabala, conoscevano. Seguendo i rituali prescritti, il Rabbino creò il Golem e gli diede la vita. Dopo aver fatto ciò, Low, chiesta ed ottenuta udienza dall'imperatore, si recò alla corte imperiale, accompagnato dal suo imponente servitore, con un duplice scopo: chiedere e ottenere l'annullamento di un nuovo editto persecutorio mirante all'espulsione della comunità ebraica da Praga e rimpossessarsi della dignità sottratta alla sua gente. Rodolfo d'Asburgo, poco disposto a fare concessioni, informato delle conoscenze iniziatiche, cabalistiche e mitologico-teologiche del rabbino, chiese tuttavia a Low una dimostrazione del suo misterioso sapere, riservandosi in un secondo momento di prendere una decisione in merito alle richieste. Ma mentre il rabbino parlava, all'improvviso, si propagò per la sala una potente ed irrefrenabile eco di risa, accompagnate da una serie di commenti, irriguardosi e sarcastici, ad indirizzo del rabbino e del suo popolo. La rabbia e lo sdegno si impossessarono di Low e, ad un suo comando, il mostro d'argilla inziò a scatenarsi senza controllo, seminando panico e distruzione. Terrorrizzato, Rodoflo supplicò a Low il perdono per l'ingiuriosa irriverenza e, in cambio della vita, promise la revoca dei più pesanti provvedimenti antiebraici, l'editto di espulsione in primis. La creatura obbedì ai comandi del suo creatore permettendo alla corte imperiale di salvarsi, ma qualcosa era profondamente mutato nel mostro. Presa coscienza di sè, di essere creatura vivente e non semplice robot alle volontà di un padrone, impedì al rabbino di estrarre dal suo petto la mistica pergamena con il nome di Dio impresso, consapevole che da quel pezzo di stoffa ormai dipendeva tutta la sua vita. Quasi impazzito e senza più controllo, il Golem iniziò a vagare per i vicoli di Praga seminando il terrore ovunque e travolgendo ogni cosa a causa della sua mastodontica mole. Solo l'innocenza di un bambino, per nulla spaventato dalle fattezze dell'essere, riuscì dove le arti magiche e l'intelletto umano avevano fallito. Il mostro, imbattutosi in un fanciullo di pochi anni, lo prese in braccio, stupito e incuriosito per quella piccola creatura che non era fuggita terrorizzata al suo passaggio. Qualcosa successe nell'animo del Golem: l'enorme creatura lasciò che la piccola mano del bimbo sfilasse la pergamena dal suo petto. Del mostruoso essere che aveva terrorizzato Praga non restava ormai altro che un amorfo ammasso d'argilla.
Secondo un'altra versione, il rabbino Low creò il Golem e lo porto in vita ponendo la parola ebraica "
emet" (
verità) sulla fronte del gigante d'argilla. Col tempo il Golem si fece sempre più grande ma anche sempre più violento e comincio ad uccidere e a spargere il terrore. Al rabbino Low venne promesso che la violenza contro gli ebrei sarebbe cessata se il Golem fosse stato distrutto. Il rabbino acconsenti. Eliminando la prima lettera dalla parola "emet", facendola così diventare "
met" (
morte), venne tolta la vita al Golem. La creatura senza vita sarebbe poi stata nascosta dallo stesso rabbino nella soffitta della
Sinagoga Staronova, nel cuore del vecchio quartiere ebraico, dove, secondo la leggenda, si troverebbero ancora oggi...
Fonti: Dal tramonto all'Alba; illustrazione di
Luca Tarlazzi.