Come in molti sanno, solo pochi riescono a vedere le
Fate e solo in particolari notti di luna piena, quando una luce opalescente e dorata li illumina, è più probabile avvistare i luoghi fatati. Tra di essi ricordiamo anzitutto
Avalon, l'isola magica dove si narra che il mitico
Re Artù fu portato ferito a morte per farlo curare da quattro regine delle fate. Gli irlandesi hanno dato diversi nomi ai luoghi delle Fate:
TIRN AILL (
l'altro mondo)
TIRN NAM BEO (
la terra della vita)
TIRFO THUINN (
la terra sotto le onde)
TIR NANG OG (
la terra della gioventù)
TIR TAIRNGIRE (
la pianura della felicità)
MAG MELL (
la pianura del piacere)
In questi magici luoghi regna sempre l'abbondanza e la felicità, ed è sempre primavera, con alberi in frutto, prati fioriti ed erba verde. In queste terre non esistono malanni o vecchiaia e si vive dei frutti degli alberi che ri-nascono in continuazione. Si dice che alcune di queste isole si manifestino solo di notte o una volta ogni 7 anni. L'unico modo per farle rimanere a galla sarebbe quello di portarvi sopra fuoco e ferro. L'isola magica di
HY BREASIL rimase a galla proprio per una freccia infuocata scagliatale contro.
Anche in
Italia esistono molti luoghi fatati. Nella località del Biellese, ad esempio, si narra che sull' alta cima di un monte abiti la regina delle Fate con la sua magica e leggiadra corte. In
Val di Susa, stando a quanto riporta
M. Savi Lopez nel suo "
Leggende delle Alpi", esisterebbero - fenomeno unico in Italia - gli equivalenti maschili delle Fate, chiamati
Arfai: sono spiriti benefici che abitano le acque della Dora e aiutano le fanciulle a fare il bucato. Tra i luoghi frequentemente legati alle Fate, troviamo un'altura nei pressi di
Roccacasale, negli Abruzzi, chiamata appunto
Colle delle Fate. La gente del luogo assicura di aver visto uscire le Fate da due pozzi presenti all'interno delle mura di un'antica fortezza di cui sono ancora visibili i resti. In Val d'Aosta, nella
Piana di Varrayes, dopo aver piovuto in pieno giorno, si manifesta nei pressi della
bòrna de la Fàye (la buca della Fata), una bellissima signora...A
Muzzano, esiste un luogo chiamato
Roccia delle Fate, in cui si ritiene esista un tesoro sorvegliato da un magico serpente: quest'oro incantato viene definito dialettalmente
L'oro dell'Elf, probabilmente per il torrente
Elvo che vi scorre vicino, il cui nome tradirebbe un evidente riferimento agli Elfi (da notare che in inglese Elfo si traduce in Elf). In provincia di Teramo, nella gola tra le montagne di Campli e di Civitella, esiste un enorme macigno che sbarra l'ingresso di una grotta contenente un favoloso tesoro composto da tre mucchi di monete di rame, d'oro e d'argento. Si dice che in fondo alla grotta sieda una Fata, intenta a tessere in continuazione, mentre un monaco in piedi veglia silenziosamente il tesoro...A Palermo si ricorda un cortile, chiamato "
cortiggiu di li sette fati", nel quale avvenivano cose meravigliose: ogni notte infatti vi apparivano sette stupende Fate che rapivano temporaneamente una persona, alla quale facevano vedere e provare luoghi ed emozioni straordinari, come gli oceani più profondi, o i cieli più lontani, per poi coinvolgerla in danze, canti e feste da mille e una notte. All'alba riportavano il fortunato mortale nel luogo in cui era stato prelevato, dopodiché scomparivano nel nulla.I vecchi dell'isola di Pantelleria raccontano dell'esistenza di esseri dotati di poteri magici, che loro chiamano " '
nfate", che si divertono, al pari dei Folletti, ad intrecciare i capelli delle ragazze e le code dei cavalli; chiunque tentasse, privo di adeguati scongiuri, di sciogliere gli intrecci fatati, cadrebbe vittima di un incantesimo fatale. In Sardegna sorgeva invece sul monte
Oc l'incantato palazzo delle Fate, abitato da dame alate, eteree e bellissime, vestite di veli bianchi, verdi e azzurri, che periodicamente si recavano in volo nei paesi per scegliere una persona e portarla nella loro dimora magica; a questa veniva poi mostrata la stanza dei tesori, piena di monete d'oro, perle, gioielli e pietre preziose, dalla quale poteva portare via tutto ciò che voleva. Naturalmente la maggior parte dei prescelti cercava di riempirsi ogni tasca e di arraffare il più possibile di quell'immenso tesoro, ma immancabilmente il giorno dopo, a casa, trovava tutto quanto trasformato in carbone; invece chi riusciva a resistere alla tentazione dell'oro e a chiedere la sapienza, o di restare nel palazzo assieme alle Fate, veniva donata la vera ricchezza e una lunga vita saggia e felice. In Toscana, a
Soraggio, le Fate risultano specializzate nel fare il bucato sulle rive del fiume, dove poi stendono accuratamente i panni ad asciugare al sole, ma solo durante l'estate; in inverno invece si ritirano nelle tane degli orsi o nelle grotte dette
Buche delle Fate (il territorio ne comprende almeno tre), a tessere e filare. Esse amano riunirsi nelle magiche notti di luna piena a
Pratofiorito, a 1.300 m. sopra
Bagni di Lucca, per scatenarsi in feste e danze gioiose. Per concludere, aggiungiamo che le Fate non risultano sempre e soltanto legate a zone particolarmente suggestive e misteriose della natura, o ad antichi castelli e rovine, ma anche a semplici abitazioni. Una consolidata tradizione, nota soprattutto nelle regioni del sud, vuole che ogni casa possieda una propria Fata, la quale ama manifestarsi in vario modo, proteggendo o aiutando la famiglia perfino con interventi ultraterreni.Questa italica Fata della dimora appare periodicamente in occasione di avvenimenti di rilievo o per salutare coloro che credono o confidano nei suoi benefici poteri, ma si allontana o scompare per sempre quando all'interno della casa si verificano fatti di sangue o di grave violenza.