AleTheElf L' Oste
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| Titolo: Il fenomeno della "Fata Morgana" Ven Feb 18, 2011 6:32 pm | |
| "Al venire della Dea ... un vitreo vel si stende tra le italiche prode e le sicane Ve', Ve', sul crespo mar quante parvenze! Templi, castella, archi, palagi e alfine tutta in alto ondeggiar vedesi Zancle. Guarda ognun le confuse aëree tinte e i prati e il lido, che la spuma inalba, ed invece d'un legno e d'un sol pesce ben cento pesci, e cento legni ammira." Cosi'il poeta e latinista Diego Vitrioli descrive il fenomeno della" Fata Morgana". Si tratta di un raro fenomeno ottico-meteorologico per cui la costa siciliana sullo Stretto appare non solo ravvicinata ma anche riflessa al centro dello stesso mare; fra l'altro, oltre alla costa siciliana riflessa nelle acque, si vedono anche case, persone e alberi. Il fenomeno è visibile solo dalla costa reggina, ed il suo nome viene abbinato a Morgana, fata di Scin, figura mitologica celtica, amica, e per altri sorellastra, di Re Artù, che possedeva, tra l'altro, il dono dei giochi d'aria. Per questo alcuni autori descrivono il fenomeno in modo diverso "... Nel cielo appare un esercito di uomini e navi e, a volte, di cavalieri e cavalli che poi si dividono in due formazioni, dando l'impressione di uno scontro bellico". Ma la leggenda più conosciuta risale a Ruggero il Normanno, il quale era stato invitato da alcuni coraggiosi cavalieri messinesi che, sfidando la reazione degli Arabi, erano riusciti a raggiungerlo a Mileto di Calabria e gli avevano esposto il desiderio della gente siciliana di averlo come liberatore e signore. Gli Arabi avevano sì ammodernato la Sicilia e resola prospera e indipendente, ma si comportavano come usurpatori e tiranni della povera gente. Un giorno del 1060, Ruggero passeggiava su una spiaggia della Calabria e studiava il modo per tentare l’impresa, in quanto gli arabi erano numerosi, fortemente agguerriti e bene equipaggiati, mentre egli poteva contare solo su uno sparuto nucleo di cavalieri e di pochi fanti. All'improvviso vide un tratto di mare ribollire e sulla sua superficie, in un cerchio di schiuma, comparve la testa di una bellissima fata che, a poco a poco, emerse anche con il corpo; la vide salire su un cocchio bianco-azzurrognolo tirato da sette cavalli pronti a lanciarsi in una folle corsa sopra le acque. La Fata Morgana possedeva varie regge nel mondo e qui', proprio in mezzo allo Stretto, aveva il suo palazzo piu'bello e antico, meta di tutte le buone fate e maghe del Mediterraneo. La leggenda ci tramanda che, dopo aver condotto suo fratello Artù ai piedi dell' Etna, Morgana si trasferi' in Sicilia, tra l'Etna e lo stretto di Messina, dove i marinai non si avvicinavano a causa delle forti tempeste, e si costrui' un palazzo di cristallo. Sempre in base alla leggenda, Morgana usciva dall'acqua con un cocchio tirato da sette cavalli bianchi e azzurri, e gettando nell'acqua tre sassi, faceva diventare il mare di cristallo per riflettere immagini di città. Grazie alle sue abilità, la Fata Morgana riusciva ad ingannare il navigante che, illuso dal movimento dei castelli aerei, credeva di approdare a Messina o a Reggio, ma in realtà naufragava fra le braccia della fata. La fata accortasi della presenza di Ruggero sulla spiaggia, gli chiese a cosa pensasse; poi,udita la sua preoccupazione, lo invitò a salire sul suo cocchio per condurlo in Sicilia. Ruggero sorrise salutando Morgana con rispetto e con gentile fermezza declinò l’invito, rispondendo che sarebbe andato in guerra sul suo cavallo e con le sue navi. Allora la fata con un colpo di bacchetta magica lanciò nell’acqua tre sassolini bianchi e, in quel punto dove caddero, sorsero come per incanto palazzi e strade, tanto che la costa Siciliana sembrava vicinissima, tanto vicina da poter essere raggiunta con un passo, e dall'altra parte comparve un forte esercito che aspettava solo gli ordini di Ruggero. Il sovrano, pur meravigliato dell' incantesimo, sorridendo rifiutò ancora l'offerta, dicendo che avrebbe liberato la Sicilia senza inganno e solo con l’aiuto del Signore Gesù Cristo. Fatto il nome di Cristo, la fata, essendo una creatura pagana, riagitò la sua bacchetta e per magia i palazzi, le strade e tutto quello che era prima apparso sullo Stretto, scomparvero così come erano apparsi. | |
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